Il cinismo è ingenuo, la speranza è radicale e la disperazione un lusso.

 
Nel 2008 Rebecca Solnit, scrittrice californiana, ha pubblicato sul bimestrale statunitense Orion un articolo, tradotto in italiano sul numero 753 di Internazionale (18 luglio 2008), col titolo Contemplo e agisco. E' sbagliato distinguere meditazione e impegno. Si incendiano a vicenda, come l'arte e la politica. E insieme permettono di cambiare le cose. Le sue parole mi hanno rincuorato in una stagione molto triste sul piano culturale, sociale e politico, che ancora oggi non pare voglia terminare. Le ho lasciate lì a decantare. Rilette a distanza di tempo, hanno continuato a farmi bene, a darmi motivi di una visione positiva del mio agire nella società, a darmi spunti di dialogo e discussione tra me e loro.
Invitarvi alla lettura di questo articolo non significa per me glorificare l'autrice e tutta la sua formazione culturale, i suoi riferimenti politici, il suo orizzonte filosofico-sociale. Significa semplicemente proporvi queste parole. Nulla più.
Proporvele non significa nemmeno giurare in esse, credere in tutti i suoi miti, avvallarne tutti gli esempi, né mi interessa qui soppesare e calibrare gli aggettivi "radicale" o "rivoluzionario" (che da quel po' che ho letto su di lei mi paiono comunque entrare all'interno di un orizzonte pacifico e in un quadro di riferimento  democratico), né proporre il suo testo come qualcosa di sistematico, una sorta di summa o di programma.
Semplicemente come una serie di provocazioni positive che diano respiro alle nostre speranze in tempi in cui pare prevalere in chi ha alti ideali sociali un certo senso di disperazione soprattutto nella nostra Italia. E le provocazioni richiedono risposte. E le risposte altre risposte. Ovvero un dialogo. E gli stimoli mi paiono tutti interessanti.
A partire dal linguaggio. Non è forse vero che le parole distruggono o creano? Quante guerre nascono prima nel linguaggio, creando l'immagine di un nemico e solo dopo con le armi? La metafora degli insetti riportata da Solnit è raccapricciante, ma vera!
I nazisti stabilirono prima un'analogia tra insetti ed ebrei, poi resero reale questa metafora usando l'insetticida Zyclon B nelle camere a gas. E se il linguaggio crea e distrugge realtà allora, continua nel suo ragionamento Solnit, scrivere, o insegnare (mestiere tanto vituperato in Italia!) possono essere radicali (forse proprio per questo è tanto vituperato). E allora è fondamentale sapere contemplare e sapere immaginare e ripensare la partecipazione e il vivere sociale, se mai vogliamo costruire il possibile in un modo bello e inaspettato.
E se provassimo per un attimo ad assumere il suo punto di vista ovvero che in realtà è il cinismo ad essere ingenuo?
Anche su cos'è vittoria e cos'è sconfitta, vale la pena approfondire la nostra meditazione. Personalmente sono pienamente d'accordo con lei nel ritenere che, rileggendo la storia, le esperienze più belle nascono nei coni d'ombra e fuori dai centri del potere (altro che aspettarci un capo carismatico dall'alto!)
E ancora non è forse vero che la disperazione è un lusso?
Se mi dispero posso guidare un suv  e guardare tv spazzatura.
La disperazione non richiede niente, la speranza pretende tutto.
Per molte persone nel mondo … arrendersi significa accettare condizioni terribili di vita o di morte?
 
La Facoltà di Economia dell'Università di Verona si è presa la responsabilità di pubblicare in internet l'articolo di proprietà di Internazionale, così a noi basta qui mettere semplicemente un link.
 
Buona lettura e …. come sempre … si accettano contributi.
Oscar Testoni
 
 
Per chi intendesse offrirmi contributi sull'argomento:

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